PERPETUO

Perpetuo

PERPETUO è un’installazione site-specific pensata per l’ambiente ad unica navata in stile rinascimentale della Chiesa di Santa Maria della Visitazione, a Venezia. Si tratta di un’opera che intende fungere da soglia tra il mondo reale, quello spirituale e quello virtuale, mondi tra i quali la civiltà occidentale sta camminando a tentoni, spesso non riuscendo a distinguerne i confini. In questo senso, il ciclo infinito della composizione figurativa è la materializzazione dell’architettura sociale contemporanea. 

PERPETUO è una parafrasi scultorea dell’infinito proliferare di post iconografici che governano la nostra realtà, dallo scorrimento automatico sui social network, alle pubblicità personalizzate, fino agli ambiti più privati della vita di ciascuno. Crea quindi uno spazio unico per fermarsi a riflettere su ciò che in “rete” percepiamo ancora come reale e ciò che non lo è più.

PERPETUO rappresenta l’eterno bisogno umano di idealizzare le storie narrate così come vogliamo che vengano percepite. Soltanto i mezzi d’espressione sono cambiati nel corso della storia dell’umanità.

I social media oggi influenzano il nostro mondo reale e spirituale, che ci piaccia o meno. Ci aggrappiamo alla “rete” come ci si aggrappa alla religione. Cerchiamo conforto, incoraggiamento, ispirazione e uno spazio per condividere emozioni ed esperienze. La domanda è se questo doni o piuttosto tolga qualcosa alla nostra anima...

PERPETUO potrebbe essere installato fondamentalmente dovunque, ma la singolare unione di PERPETUO con gli spazi della chiesa, luogo in cui per secoli i fedeli si sono rivolti a Dio, rafforza la relazione tra il presente e la tradizione della storia e dell’arte dell’architettura rinascimentale.

Veronika Psotková

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La scultura figurativa è sempre stata un mezzo artistico per presentare visivamente le persone nella forma e nelle emozioni in cui il creatore voleva presentarle al pubblico. In questo senso ha sempre svolto un ruolo simile a quello delle immagini presenti oggi su Facebook o Instagram, ma senza la possibilità di una loro rapida produzione e riproduzione. La scultura pone esigenze maggiori sull’esecuzione tecnica e la precisione espressiva e impedisce che la rappresentazione visiva dell’individuo risulti superficiale.

I social network, invece, come in un video accelerato e in versione semplificata, offrono al pubblico gli autoritratti degli autori nella forma in cui gli stessi vogliono essere presentati: le donne risultano più belle, più snelle, gli uomini sono forti, sicuri di sé.

Il tema principale dell’installazione PERPETUO è un ciclo infinito di scene corporee di bellezza figurativa. Nella sua concezione, la composizione scultorea ricorda l’estetica e la modalità di comunicazione dei social network. Lo spettatore si inserisce nel ciclo e ne diventa parte. Allo stesso tempo, entra così nel mondo contemporaneo che enfatizza la presenza esteriore dell’individuo invece di porre l’accento sulla sua vera interiorità.

Queste idee sono espresse dall’installazione PERPETUO in una forma artistica che combina organicamente le pratiche scultoree contemporanee alla tradizione scultorea e pittorica dell’arte italiana rinascimentale e barocca.

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L’uso del filo metallico attenua e modera il realismo insito nella scultura figurativa. Introduce un’indeterminatezza della forma, dispensa dettagli descrittivi e conferisce alle figure un elemento astratto e atemporale. Tale concezione astratta che enfatizza il simbolismo era una caratteristica anche dell’arte paleocristiana. Proprio agli edifici paleocristiani in Italia, Leon Battista Alberti si ispirò per la formulazione dei suoi concetti architettonici, che è possibile trovare applicati anche nell’architettura tettonica semplice ed austera della chiesa di Santa Maria della Visitazione.

Nonostante la pesante struttura interna in acciaio, l’installazione finale sembra essere di natura quasi immateriale, ariosa e leggera, rispetto all’originale matrice scultorea rinascimentale e barocca. PERPETUO co-crea l’architettura dell’interno della chiesa, contando sull’interazione con i visitatori e offrendo diverse possibilità di utilizzo. È possibile attraversarla come una porta d’ingresso, ma allo stesso tempo, la sua pianta ha la forma del numero otto non chiuso, così il visitatore può chiudere questo anello con il proprio corpo e fondersi con la sua azione dinamica.

Robert Janás

Curatore

curator

Mgr. Robert Janás, Ph.D. (* 1973 a Brno, Rep. Ceca)

è uno storico dell'arte, teorico, curatore e fotografo ceco e moravo.

Si occupa principalmente della pittura del XIX secolo in Moravia nel contesto dell'arte europea e dell'arte contemporanea. Dal 2016 è direttore della Galleria della città di Brno (fino al 2021 del Dipartimento di Storia dell'Arte) e curatore dell'arte antica presso il Museo della città di Brno. Ha studiato storia dell'arte, storia e scienze storiche ausiliarie presso la Facoltà di Lettere dell'Università Masaryk di Brno, dove ha conseguito anche il dottorato in teoria e storia dell'arte. Dal 1998 al 2003 e dal 2015 al 2019 ha tenuto il corso di Storia dell'arte presso la Facoltà di Lettere dell'Università Masaryk e presso l'Istituto Archivistico e di Scienze storiche ausiliarie. Nel 2005-2006 ha insegnato presso la Facoltà di Lettere dell'Università Carlo, Istituto di Storia dell'Arte.

È autore di una trentina di mostre, tra cui spicca l'esposizione permanente di arte del XVI-XIX secolo presso il Museo della Città di Brno.

Ha pubblicato circa sessanta tra monografie, studi storici sull'arte con revisione paritaria e articoli divulgativi sulla pittura, scultura ed architettura del XIX e XX secolo. Nell'ambito delle proprie attività artistiche ha, tra l'altro, fondato il gruppo artistico Prague Stuckists.

www.muzeumbrna.cz